Gianni Simoni - Ispettore Lucchesi 07 - 2019 - Il singhiozzo del violino by Gianni Simoni

autore:Gianni Simoni [Gianni Simoni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, General
ISBN: 9788850256815
Google: WBy3DwAAQBAJ
editore: Tea
pubblicato: 2019-10-22T22:00:00+00:00

Capitolo 16

«Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto, ora possiamo ripartire», disse Lucchesi a Minniti, appoggiato alla portiera della macchina.

«Non si preoccupi, commissario. Piuttosto, com’è andata?»

«Bene, poi ti racconto. Anzi, a proposito, organizza una riunione per domattina, in modo che tutti possiamo essere aggiornati.»

«Lo faccio subito, così magari spegniamo anche un po’ questa musica...»

«Perché, non ti piace?»

«Se devo esser sincero, no, ma quando spegnevo il gatto iniziava ad agitarsi e... Lei mi capisce, vero?»

«Eccome se ti capisco...» rispose Lucchesi prendendo posto sul sedile posteriore accanto a Lucia.

«Andrea, se vuoi che te la dica tutta, anch’io questa musica non la sopporto più. Il micio avrà le sue esigenze, ma anch’io ho le mie e sono perfettamente d’accordo con Minniti.»

«E va bene, non voglio dei martiri. Tolgo la musica e mi prendo questo micio sulle ginocchia, chissà se accarezzandolo si acquieta...»

E in effetti il gatto dopo essersi agitato un po’ si mise a ronfare.

«Soddisfatti?» chiese Lucchesi.

Lucia e Minniti annuirono con aria sollevata.

«Andiamo dritto a Milano?»

«No, fermiamoci a mangiare qualcosa alla prima trattoria che troviamo per strada.»

«Per me va bene, commissario. Non vorrei però far troppo tardi perché stasera ho una cenetta a due e non vorrei dare buca alla ragazza che ha accettato il mio invito.»

«Minniti, ti sei deciso a farti una ragazza?»

«Non posso ancora dirlo. Dipende da come andrà questa sera. È una ragazza con cui non si può scherzare, ma la conosce anche lei...»

«Io? Ragazze della tua età non mi pare di conoscerne. Non che voglia impicciarmi... ma chi sarebbe?»

«Annina. Ieri sera sono passato dal negozio con la scusa di prendere qualcosa per il gatto e mi sono fatto coraggio. Non è che ci sperassi molto, ma ha accettato.»

«Bel colpo!» fece Lucchesi ignorando la gomitata di Lucia. «E dove hai intenzione di portarla?»

«Non lo so ancora. Magari mi faccio consigliare da Serra.»

«Lascia perdere Serra. Ci penso io», e prese il cellulare. «Sono il commissario Lucchesi, potrei parlare col proprietario?»

«Sono io, commissario. Le preparo un tavolo per questa sera?»

«Non per me, per un mio stretto collaboratore, con la fidanzata. Gli riservi il mio solito tavolo, ci tengo in modo particolare. E grazie.»

«Commissario, non so come ringraziarla. È un ristorante alla mia portata?» chiese Minniti, dopo che Lucchesi terminò la telefonata.

«Se ti ci mando, puoi star tranquillo. È l’Acquasala, zona Porta Genova. E non dimenticare di salutarmi Annina. E tu, Lucia, hai voglia di una cenetta fuori?»

«Questa sera no, Andrea, voglio andarmene a casa.»

«Sei molto stanca?»

«No, affatto.»

«E allora perché?»

«Poi ne parliamo.»

Percorso qualche chilometro Minniti rallentò, fermandosi in uno spiazzo davanti a un piccolo ristorante.

«Commissario, entro a vedere se c’è posto?»

«Grazie, Minniti, mi fai un favore. Così non sposto il gatto, se non ce n’è bisogno.»

Quando Minniti fu sceso dalla macchina, Lucchesi si rivolse a Lucia: «Di cos’è che dobbiamo parlare?»

«Vorrei approfondire quell’ipotesi delle tue origini ebraiche...»

«Ah, è questo! Mi stavo quasi preoccupando. E in che modo pensi di farlo, di grazia?»

«Be’, se tua madre era ebrea magari quando eri piccolo ti ha fatto circoncidere...»

«Lo dici come se ci conoscessimo da ieri... Se fossi circonciso te ne saresti accorta.

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